Bentani non molla: ennesimo ricorso contro Fusaro

Col malcelato intento di mettere a tacere il nostro gruppo, negli scorsi mesi il sindaco Bentani ha querelato per ben due volte il nostro consigliere comunale Nicola Fusaro. La prima volta per diffamazione e la seconda per calunnia. Naturalmente, entrambi i procedimenti penali sono stati archiviati e i giudici hanno riconosciuto la legalità della condotta di Fusaro, per i giudici INNOCENTE.

Purtroppo, le due archiviazioni sono state indigeste al sindaco, quindi, nonostante la netta presa di posizione dei magistrati, Bentani ha cercato in tutti i modi di opporsi alle stesse.

L’assoluta correttezza della condotta di Fusaro è stata ufficialmente riconosciuta dai magistrati, eppure il Comune di Solesino ha pagato migliaia di euro, per “accanirsi” penalmente contro il nostro consigliere, che mai nulla ha avuto a che fare con comportamenti scorretti o ingiuriosi. Tutto questo è avvenuto a spese dell’intera cittadinanza, come se questa fosse una priorità.

Sembrava tutto finito, per questo il 9 luglio demmo notizia della definitiva archiviazione dei procedimenti a carico del nostro capogruppo. Ma Bentani sembra davvero non accettare queste decisioni e, mosso da chissà quale obiettivo, ha presentato l’ennesimo ricorso: un altro reclamo.

Per comprendere la “particolarità” di tale impugnazione basti pensare che in un intero anno (siamo ormai a novembre) solo quattro reclami sono stati depositati presso il Tribunale di Rovigo, due di questi ad opera di Bentani, contro le decisioni che riguardano Fusaro.

Senza entrare nel merito delle condotte contestate, è opportuno sottolineare la linea processuale di Bentani:

1)  dopo che il PM ha presentato richiesta di archiviazione alla prima querela, il legale del sindaco si è opposto chiedendo la prosecuzione delle indagini. Si è così tenuta un’udienza in camera di consiglio. Come prevedibile, il GIP ha disposto l’archiviazione poiché il fatto non sussiste. Ed è proprio qui che si inserisce il nuovo reclamo;

2)  anche la seconda querela era stata archiviata (de plano, senza che le parti fossero sentite) dal momento che la notizia di reato era apparsa ictu oculi infondata. Ma no, al sindaco non è bastato spendere mille euro dei nostri soldi, ha pensato bene, quindi, di proporre un altro reclamo e spendere altre centinaia di euro per giungere comunque all’ordinanza di archiviazione del GIP (anche qui, dopo un’udienza in camera di consiglio).

Ma non è tutto. Riguardo a questo secondo procedimento il sindaco è stato condannato al pagamento di tutte le spese processuali, che si vanno ad aggiungere alle spese per il proprio legale. Ovviamente, anche stavolta, a sversare le somme necessarie sono tutti i cittadini e non certo Bentani.

Ovviamente il sindaco social non ha fatto mai menzione di queste vicende processuali e di come i soldi pubblici vengono spesi. Verosimilmente, per giustificare la spesa sostenuta dal Comune, sta cercando in tutti i modi di arrivare al processo, ma a quale fine? Macchiare la fedina penale di Fusaro? Un consigliere comunale preparato e stimato, la cui unica colpa è quella di stare dalla parte politica “sbagliata”?

Davvero i soldi della comunità devono essere spesi in questo modo? Con tutte le vicende processuali che stanno interessando il Comune nell’ultimo periodo, stimiamo siano stati spesi già oltre 30 mila euro. Non sarebbe stato più utile spendere questi soldi per la scuola, per il sociale, per migliorare gli impianti sportivi, per riasfaltare qualche strada, ecc.?

Noi, come Gruppo Solesino è, ci opponiamo con forza a questi sprechi e chiediamo al sindaco di sostenere in prima persona le spese legali e processuali, che per il momento sono a carico dell’ignara comunità.

Inoltre, rinnoviamo sostegno e apprezzamento a Nicola Fusaro per il lavoro che sta svolgendo con estrema competenza, disponibilità e passione, in rappresentanza di tutti noi all’interno del Consiglio Comunale. Gli siamo particolarmente vicini perché un procedimento penale, anche se nella sua fase embrionale è, per un onesto cittadino, già una condanna.