Basta farsi un breve tour dei siti di comuni della bassa padovana per vedere che, com'è giusto che sia, tutti hanno festeggiato il 25 aprile. Monselice, Este, Battaglia Terme, Bagnoli di Sopra, in qualsiasi paese si è ricordato l’importante anniversario di ieri, chi con una breve commemorazione, chi con video o conferenze, chi addirittura con una settimana di eventi o con un pullman a disposizione della cittadinanza. Una cosa è comune, però: tutti hanno ricordato il giorno in cui l'Italia è stata liberata dalla dittatura.
Solesino invece?
Niente.
Non un’immagine nel sito del comune, non un avviso, non un piccolo articolo che ricordi uno dei giorni più importanti per la democrazia in Italia. Le scuole non sono state coinvolti, i cittadini men che meno, assenza totale di qualsiasi tipo di manifestazione o (almeno) di ricordo sul sito del comune. Sono state deposte solo una corona di fiori e una bandiera italiana, grazie agli Alpini, ma nessuno sapeva che questo momento ci sarebbe stato. Chi avrebbe potuto partecipare?
Bentani non perde l’occasione però per farsi la sua bella foto da mettere nel suo profilo personale. Ancora una volta, un’importantissima ricorrenza si riduce a questo: una continua propaganda elettorale, e non un vero momento di memoria e riflessione.
Dargenio e Bentani non sono nuovi a questi atteggiamenti. Scena muta, sia nei profili personali che in quelli istituzionali, anche per la Giornata della Memoria, il 27 gennaio. Mentre il mondo intero si stringe a commemorare una tragedia che ha portato a 6 milioni di morti, il nostro sindaco tace. Ovunque ci sono state manifestazioni, commemorazioni, o anche delle semplici visioni di film. A Solesino no: nessun evento, nessun ricordo nel sito del comune, nessuna comunicazione sul profilo social dei due. Solo, nel pomeriggio, un post del sindaco su uno dei gruppi Facebook del paese, che di certo non è un canale ufficiale, e puzza molto di “contentino” per chi, invece, a ricordare le pagine più buie della nostra storia ci tiene.
Tutto taceva il 27 gennaio, e tutto tace anche nel giorno della festa della liberazione. Liberazione dal fascismo, dalla dittatura, dalla censura e dall'oppressione.
Fatti per noi gravissimi, che fanno capire di che pasta sia veramente fatto il nostro Sindaco, e con lui tutta la sua giunta.
"L'Italia è una Repubblica democratica", ricorda la nostra Costituzione. E lo è solo perché siamo liberi, liberi finalmente dalla dittatura, perché abbiamo scelto la democrazia.
Ma, a quanto pare, libertà e democrazia sono valori che non piacciono a tutti, al di là dei falsi slogan e della propaganda personale.
Solesino invece?
Niente.
Non un’immagine nel sito del comune, non un avviso, non un piccolo articolo che ricordi uno dei giorni più importanti per la democrazia in Italia. Le scuole non sono state coinvolti, i cittadini men che meno, assenza totale di qualsiasi tipo di manifestazione o (almeno) di ricordo sul sito del comune. Sono state deposte solo una corona di fiori e una bandiera italiana, grazie agli Alpini, ma nessuno sapeva che questo momento ci sarebbe stato. Chi avrebbe potuto partecipare?
Bentani non perde l’occasione però per farsi la sua bella foto da mettere nel suo profilo personale. Ancora una volta, un’importantissima ricorrenza si riduce a questo: una continua propaganda elettorale, e non un vero momento di memoria e riflessione.
Dargenio e Bentani non sono nuovi a questi atteggiamenti. Scena muta, sia nei profili personali che in quelli istituzionali, anche per la Giornata della Memoria, il 27 gennaio. Mentre il mondo intero si stringe a commemorare una tragedia che ha portato a 6 milioni di morti, il nostro sindaco tace. Ovunque ci sono state manifestazioni, commemorazioni, o anche delle semplici visioni di film. A Solesino no: nessun evento, nessun ricordo nel sito del comune, nessuna comunicazione sul profilo social dei due. Solo, nel pomeriggio, un post del sindaco su uno dei gruppi Facebook del paese, che di certo non è un canale ufficiale, e puzza molto di “contentino” per chi, invece, a ricordare le pagine più buie della nostra storia ci tiene.
Tutto taceva il 27 gennaio, e tutto tace anche nel giorno della festa della liberazione. Liberazione dal fascismo, dalla dittatura, dalla censura e dall'oppressione.
Fatti per noi gravissimi, che fanno capire di che pasta sia veramente fatto il nostro Sindaco, e con lui tutta la sua giunta.
"L'Italia è una Repubblica democratica", ricorda la nostra Costituzione. E lo è solo perché siamo liberi, liberi finalmente dalla dittatura, perché abbiamo scelto la democrazia.
Ma, a quanto pare, libertà e democrazia sono valori che non piacciono a tutti, al di là dei falsi slogan e della propaganda personale.
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