Che
nella politica si faccia uso della menzogna è scoperta antica. Un conto però è
l’alterazione della verità determinata dall’esigenza di proteggere un segreto
di stato, un conto è la bugia sul comportamento privato. Perché questa
premessa? Negli ultimi due consigli comunali abbiamo avuto modo di constatare
come alcuni dei suoi membri siano in grado di cambiare la realtà a proprio piacimento. Il bugiardo, intendiamoci, quello bravo, quello che la sa raccontare
bene e la sa rendere credibile, è fuori di ogni dubbio persona intelligente…
quando però la menzogna è così evidente…!
Ma
esponiamo i fatti:
Durante il consiglio comunale dell’11 settembre 2019 il sindaco Bentani, ad un certo punto del dibattito, sposta il discorso sulle denunce a lui rivolte quando era consigliere di minoranza. I toni si alzano e il sindaco continua ad accusare il nostro gruppo di raccontare solamente bugie alla cittadinanza. Fusaro chiede, quindi, se è vero o meno che lo stesso Bentani ha chiesto dei rimborsi per spese legali sostenute quando era consigliere di minoranza. Il sindaco smentisce categoricamente, dichiarando tra l’altro che la richiesta sarebbe illegittima. Fusaro ripete la domanda più volte ma il sindaco, che non concede risposta inerente, gli intima di presentare un’interrogazione.
Durante il consiglio comunale dell’11 settembre 2019 il sindaco Bentani, ad un certo punto del dibattito, sposta il discorso sulle denunce a lui rivolte quando era consigliere di minoranza. I toni si alzano e il sindaco continua ad accusare il nostro gruppo di raccontare solamente bugie alla cittadinanza. Fusaro chiede, quindi, se è vero o meno che lo stesso Bentani ha chiesto dei rimborsi per spese legali sostenute quando era consigliere di minoranza. Il sindaco smentisce categoricamente, dichiarando tra l’altro che la richiesta sarebbe illegittima. Fusaro ripete la domanda più volte ma il sindaco, che non concede risposta inerente, gli intima di presentare un’interrogazione.
Arriviamo
al consiglio comunale di lunedì 30 settembre. Grazie ad un accesso agli atti
presentato al segretario comunale, il nostro gruppo riesce ad avere la richiesta
di rimborso al Comune fatta da Bentani (prot. 6851 del 7 maggio 2019), la delibera
di Giunta che autorizza il rimborso (n.49 del 7 maggio 2019) e la determina di
liquidazione della ragioneria (n. 64 del 9 maggio 2019) attestante che il Comune
ha rimborsato la cifra di 5.106,92 euro
per spese processuali risalenti a quando l’attuale sindaco Bentani ricopriva il
ruolo di consigliere di minoranza. Quando Fusaro esibisce questa documentazione, il sindaco smentisce
ciò che aveva detto nel consiglio precedente e cioè di non aver mai chiesto questi
rimborsi. Fusaro, allora, fa sentire la registrazione
del verbale dell’11 settembre e i consiglieri di maggioranza, fino a quel
momento silenziosi e imbarazzati, tentano una debole difesa con flebili scuse
quali la registrazione difficile da sentire e capire o la propria assenza in
Giunta quel determinato giorno.
Il
nostro gruppo, come chiaramente detto in Consiglio, non mette in dubbio la regolarità del provvedimento. Questa
accusa ci è stata mossa con il solo scopo di nascondere il vero problema: LA
MENZOGNA DEL SINDACO!
Noi
abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere perché il sindaco abbia mentito durante la seduta dell’11 settembre, perché
parte della maggioranza non era stata informata di questo provvedimento e
infine se è vero o meno che l’assicurazione del Comune ha chiaramente informato
l’amministrazione che non rimborserà quanto richiesto dal Comune.
Inoltre,
chi ha avuto modo di essere creditore del Comune sa quanto lunghi sono i tempi
di pagamento nella Pubblica Amministrazione. Per aver il rimborso il sindaco Bentani,
invece, ha impiegato due giorni soltanto.
Addirittura nella stessa giornata in cui ha presentato domanda, si è riunita la
Giunta per deliberare il rimborso. Dobbiamo pensare che l’ufficio ragioneria
viaggi a velocità diverse a seconda di chi sia il soggetto da pagare?
Sappiamo
che la menzogna, l’occultamento della verità tutta o in parte, sono piaghe dei
rapporti sociali e si moltiplicano in modo esponenziale quando è in gioco un potere, un qualsiasi potere. Chiunque
lavori con gli altri, come nell’amministrazione pubblica, sa che la fiducia è
possibile solo quando ci sono verità
e trasparenza. L’avere fiducia nel
proprio sindaco è importante. E c’è di più: colui che dice la verità può
chiedere fiducia e può trasformare in una vera comunità gli abitanti di un
paese.
Un
paese è come un individuo, se lo si tratta da adulto e gli si dà fiducia, può
crescere in democrazia e, a sua volta, offrire fiducia e aiuto a chi lo
governa.
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