“Ragioniamo a mente fredda”: così si dice quando le catastrofi sconvolgono le nostre serene abitudini. Eppure è proprio nell’emergenza che alcuni politici emergono, e lo fanno in barba all’etica e alla logica.
Nei giorni scorsi, l’assessore di Solesino Luana Levis ha girato un video in cui lancia una strana iniziativa volta a contenere il contagio, ovvero controllare “tutti” i cinesi che hanno infettato gli italiani costringendoli “agli arresti domiciliari”.
La dichiarazione è assurda (già tamponare i tremila abitanti di Vo’ è un’impresa, figuriamoci i 309.110 cinesi residenti in Italia), ma anche estremamente incoerente. La settimana precedente, infatti, Luana Levis era stata ospite della trasmissione “Notizie Oggi trasmesso da Canale Italia” e sentenziava: “non dobbiamo creare allarmismo. Ci devono essere delle precauzioni (…) come i controlli negli aeroporti”, ma la paura “è una cosa sbagliata”. Ha ammesso poi che “il popolo cinese si sta comportando in una maniera egregia” mettendosi volontariamente in quarantena, mentre – ha aggiunto il conduttore – i Comuni se ne “catafottevano”. “Non è” – ha concluso – “che tutti i cinesi ora hanno il Coronavirus”.
In questi giorni gli amministratori locali sono chiamati a reagire con attenzione e delicatezza. Si assumono gravi responsabilità, annaspando nel valzer di decreti poco chiari, cercando un precario equilibrio tra la tutela della salute e dell’economia. L’assessore Levis, invece, spara a zero sui cinesi, forte del consenso della paura, pericolosa come le persone che parlano a caso dietro la maschera seria dell’Istituzione. Come direbbe lei: “ma è mai possibile una cosa del genere”?
"Quando inizia una crisi è un po' tutto concesso, quasi come a Carnevale" (Bluvertigo, La crisi).
A voi un breve video esplicativo.
A voi un breve video esplicativo.
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