La polizza contro i furti é inutile e illegittima. Meglio investire sulla prevenzione e l’assistenza
“A Natale dono polizza antirapina” ha dichiarato
al Gazzettino colui che ama farsi definire “sindaco-sceriffo”. Ma il regalo è
stato pagato con i soldi dei
contribuenti e la Corte dei Conti ha già bocciato polizze simili
definendole incostituzionali. Ancora
una volta la propaganda bentaniana sfida la realtà e perde la partita.
Un “regalo” comprato coi fondi destinati al sociale
A seguito della dichiarazione del sindaco, sui social è partito un tamtam di orgoglio e di sospetti: c’è chi ringrazia l’amministrazione e chi si chiede dove finiranno i guadagni dei premi. Altri chiedono cosa copre la polizza e quali siano le clausole contrattuali, ma ad oggi non se ne sa nulla, nonostante la consegna di una brochure illustrativa da parte dell’amministrazione sembrasse immediata.
Il nostro gruppo ha presentato un accesso agli atti all’amministrazione ancora a dicembre per capirne di più ma, come spesso accade, ancora nessuna risposta.
Sicuramente non si tratta di un regalo perché i 4.804,10 euro liquidati al broker provengono dal capitolo di bilancio riservato al sociale ovvero, in buona sostanza, dalle tasche dei contribuenti. Secondo la Determina di spesa dell’Area Servizi Generali del Comune (n.81 del 24 dicembre 2020) si tratterebbe però di un “atto di benevolenza rivolto alla tutela delle fasce più deboli”, ad esempio gli anziani.
Secondo la Corte dei Conti, la polizza è illegittima
È proprio a causa di questa illusoria solidarietà sociale che la Corte dei Conti con una deliberazione del 2010 ha sancito l’illegittimità di simili polizze. Assicurando a tutti i cittadini lo stesso risarcimento, indipendentemente dal loro reddito e patrimonio, il Comune finisce per favorire le categorie più abbienti e non quelle fragili: il denaro pubblico aiuterebbe, nella stessa proporzione, il ricco imprenditore e il pensionato con la minima, venendo meno al principio costituzionale di imparzialità.
Allora è meglio non aiutare nessuno? Certo che no, a patto che l’assistenza venga garantita direttamente dal sistema pubblico e non dalla stipulazione a nome dei cittadini di un contratto con un’impresa privata che ha come unico scopo il profitto.
Negli altri Comuni la polizza è un flop
Le misure di sicurezza che rientrano nelle legittime funzioni di un Ente locale sono altre, come la videosorveglianza, le convenzioni con le forze di polizia, i controlli stradali effettuati dalla Polizia locale. Infatti pochissimi Comuni prendono in considerazione le polizze assicurative e addirittura dove queste sono a carico direttamente dei cittadini, molto spesso le adesioni sono talmente poche da annullare il rinnovo.
Nel caso specifico di Solesino,il costo è a carico del Comune e il premio è calcolato in 0,70 euro a cittadino e ovviamente il rimborso danni riguarda piccoli interventi di riparazione in caso di scasso o la copertura delle spese della notte trascorsa in albergo se, a seguito di furto, l’abitazione non è agibile. Si tratta di eventi elencati nella Determinazione n.81, tra cui compaiono anche servizi costituzionalmente garantiti dal sistema pubblico, ovvero l’invio di un medico, il trasporto in ambulanza, e l’assistenza infermieristica.
Insomma, assolutamente non è un’assicurazione che copre i cittadini contro i furti nelle abitazioni come invece è stata fatta passare dall’amministrazione. L’ennesima trovata propagandistica che getta fumo negli occhi a chi si chiede se il motore di questa amministrazione sia davvero il bene della gente. Intanto la saccoccia del sociale si ritrova con 5 mila euro in meno ma Bentani ha avuto i suoi bei titoli di giornale.
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